24 Novembre 2024
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Seconda domenica di Quaresima 2020: Trasfigurazione di Gesù

Spunti di riflessione e preghiera sull’episodio della trasfigurazione di Gesù, proposto nel vangelo della seconda domenica di Quaresima 2020

Raccontano i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) che, poco dopo la professione di fede di Pietro, Gesù, quando annunciò per la prima volta ai discepoli le imminenti grandi sofferenze alle quali stava andando incontro, nella sua dolorosa passione che poi lo avrebbe condotto alla morte, rattristò e scoraggiò molto i medesimi.

L’umana reazione di Pietro…

In particolare Pietro ne fu così scandalizzato da rimproverare e addirittura contestare Gesù, osservando che non avrebbe mai permesso che questi eventi dolorosissimi si realizzassero.

L’imprevedibile risposta di Gesù

Gesù, evidentemente considerando questo stato d’animo e il clima di grande tristezza e scoramento che si erano venuti a creare dopo le sue rivelazioni, salì su un monte, identificato dai più come il Tabor, per pregare. Si fece accompagnare dai tre discepoli prediletti: Pietro, Giacomo e Giovanni.

Giunto alla sommità di esso, si trasfigurò, cambiò cioè di aspetto

Il suo volto brillò sfolgorante come il sole, la luce increata di Dio, la sua veste diventò candida come la luce, più bianca dell’immaginabile e comparvero Mosè ed Elia accanto a lui. Con loro discusse della sua prossima dipartita per Gerusalemme dove, come avvenne per tutti i profeti, si sarebbe compiuto il suo tragico destino previsto da Dio da sempre. La sua passione e morte in croce.

Il messaggio che la Seconda domenica di Quaresima 2020 vuole ricordarci

Una nube luminosa avvolse i discepoli, la c.d. shekinah, che è gloria e presenza di Dio, sempre presente in ogni manifestazione di Dio. E, come avviene in ogni manifestazione di Dio agli uomini, che suscita paura in chi la riceva, intimorì tanto i tre discepoli da farli cadere faccia a terra. Da questa nube uscì una voce che invitò i discepoli ad ascoltare il Figlio prediletto di Dio, il nuovo Mosè.

Qual è il significato della trasfigurazione di Gesù?

La trasfigurazione di Gesù ebbe due scopi.
Anzitutto Gesù tramite essa intese confortare, incoraggiare i discepoli e rafforzarne la fede, in vista della terribile quanto umiliante e ignominiosa prova alla quale sarebbe stato sottoposto. Lo fa mostrando loro chi lui fosse in verità, come la vita di Dio fosse in Lui, come la sua anima fosse gloriosa, perché intimamente unita al Verbo di Dio. E così essere Dio lui stesso. Una persona in due nature, Dio e uomo nel contempo. In altri termini Gesù intese far comprendere ai suoi che quella trasformazione era il preludio della sua resurrezione.

Una premessa alla gloria…

Poi ebbe lo scopo di mostrare chiaramente che la passione e la croce erano la premessa, il tramite necessari per arrivare alla resurrezione e alla gloria. La gloria passa dalla croce ed è nella croce. Solo la sofferenza e le tribolazioni conducono alla gloria medesima.
Si trasfigurò, brillò e sfolgorò di luce non solo il volto di Gesù, ma anche le sue vesti. Per cui la luce di Dio trasformò anche gli oggetti vicini a Gesù, abbracciando tutte le cose materiali, ogni oggetto fisico. Perciò la resurrezione era come un evento cosmico che riguardava tutto l’universo e lo rinnovava radicalmente. La veste bianca che brilla più della luce del sole è la resurrezione, il bianco è il colore più vicino alla luce, esprime vittoria sulla morte.

La presenza di Mosè ed Elia

La presenza di Mosè ed Elia che conversavano con lui mostrava come Gesù fosse il compimento e il culmine del progetto salvifico di Dio, già ideato fin dal momento della creazione. In Lui confluivano e si compivano l’Antico e Nuovo testamento, la storia della salvezza, perché la legge e i profeti lo avevano annunciato, Lui la realizzava e portava a compimento.

Qui trovi il commento alla Prima domenica di Quaresima 2020.

Qui la lettera rivolta dal padre assistente Massimo Nevola alla Comunità Nazionale Cvx d’Italia e agli amici della più ampia famiglia ignaziana.

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