L’esperienza del campo di volontariato a Cuba (estate 2022)
di Rita Cecco
L’organizzazione e le attività
Dopo due anni di fermo dovuto alla pandemia, Cvx e Lega Missionaria hanno ripreso a organizzare un campo di volontariato a Cuba, in continuità con una tradizione quasi ventennale di apostolato a Cuba.
Il campo di volontariato a Cuba si è svolto dal 31 luglio al 22 agosto 2022 con gruppo complessivo di circa 30 persone. In gran parte giovani dai 20 anni in su, provenienti da tutta Italia. Oltre ai responsabili ufficiali, ha partecipato al campo anche un gesuita in formazione, Cristiano Laino. Successivamente si è unita a noi anche una famiglia cubana che fa proprio parte della Cvx di Cuba.
Responsabili del campo padre Massimo Nevola e don Bartolomeo Puca, insieme a Daniele di Desidero
Di grande aiuto sono stati i volontari “veterani”, perché con la loro esperienza hanno contribuito a rendere il clima di servizio sereno e propositivo.
Anche Cristiano Laino ha avuto un ruolo importante nel sottolineare l’importanza della testimonianza di una vita cristiana piena in ogni servizio e attività svolte.
L’incontro di preparazione prima della partenza
Durante il mese di maggio è stato organizzato un incontro di preparazione nel quale, oltre agli aspetti organizzativi, sono stati messi in luce i fondamenti sui cui si basano i campi missionari. In particolare la consapevolezza di partecipare a un’attività di servizio e che ciò comporta fedeltà agli appuntamenti quotidiani di preghiera di gruppo, insieme allo sforzo di offrire testimonianza di vita cristiana, nonché una grande generosità nel servizio. E tutto ciò naturalmente insieme alla capacità di rispettare le culture locali, evitando accuratamente discorsi politici e quanto di marcatamente occidentale.
Attività sul campo
Le attività svolte hanno riguardato tre tipologie di servizio e ogni gruppo vi si dedicava specificatamente per tutto il periodo del campo:
- scuola di italiano presso la struttura governativa “Convento di Belén”;
- animazione con i ragazzi della parrocchia del Pilar (suore Compassioniste);
- servizio di cura presso l’asilo per disabili “Edad de Oro”.
La giornata tipo iniziava sempre con un momento di preghiera e/o riflessione personale e si concludeva con la messa serale. Durante la giornata ognuno di noi aveva i vari servizi da svolgere. Durante il fine settimana abbiamo avuto la possibilità di visitare alcuni luoghi particolarmente interessanti dal punto di vista paesaggistico o socio-culturale.
La nostra sistemazione logistica era presso il Convento de Santa Brigida “Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida” nel cuore de La Habana Vieja, cioè Avana vecchia, quasi un lusso rispetto al degrado che vedevamo intorno…
Valutazione e riflessioni personali
Sono tante le considerazioni personali rispetto a quanto vissuto a Cuba, a cominciare dal perché ho deciso di parteciparvi, fino al senso e alle effettive ricadute di esperienze di questo tipo.
Sono un membro della CVX e faccio parte dell’esecutivo nazionale della comunità dal 2016. I campi missionari sono sempre stati considerati importanti per la testimonianza di una vita cristiana concreta e quindi perché non aderirvi in modo tale da capire in profondità la valenza di queste esperienze?
Ho sempre pensato che i campi di volontariato fossero per persone giovani, e questo, spesso, mi ha frenato nella scelta di parteciparvi…
Quest’anno, nonostante sia oltre i sessanta anni, ho deciso di buttarmi in questa esperienza
Le paure e i timori erano tanti: non sarò all’altezza, fisicamente non reggerò, con i giovani come mi troverò, non conosco lo spagnolo ecc…
Mi sono affidata alla grazia del Signore, gli ho consegnato tutte le mie titubanze e incertezze e mi sono lanciata. Ho seguito il mio cuore e ho portato con me tutta la mia voglia di fare e tutto il mio entusiasmo.
Il Signore mi è stato vicino in tutta l’esperienza, mi ha dato la consapevolezza che stavo vivendo un’esperienza unica, forte e profonda emotivamente. Ho visto e vissuto con tanti giovani seri, onesti e con valori profondi di vita cristiana. Con loro mi sono confrontata, ho capito che loro sono una grossa potenzialità per il nostro mondo futuro. E soprattutto per un futuro sano, in cui solidarietà, generosità e attenzione all’altro restino ancora valori profondi. Hanno svolto il loro servizio con senso di responsabilità e con coerenza con i valori della cristianità, ma anche con quel pizzico di allegria e spensieratezza tipico dei giovani.
Nei momenti comunitari di riflessione e preghiera sono emerse valide considerazioni sul senso dell’esperienza che si stava facendo e sui propositi di possibili cambiamenti nei nostri consueti stili di vita.
La realtà cubana, dal punto di vista socio-economico, ci ha toccati tutti
La povertà e le scarse opportunità di crescita individuale e/o collettiva ci hanno fatto riflettere sulle diseguaglianze presenti nel mondo, ma ci hanno anche fatto capire che noi in questo mondo così complesso dobbiamo fare la nostra parte…
Non grandi cose, semplicemente piccole azioni che possano alleviare il fisico e/o il cuore del nostro vicino. Avere la pretesa di cambiare tutto è impossibile. Tuttavia, quel poco che si può, è importante farlo. In queste analisi, fondamentali sono stati i religiosi che ci hanno guidato (padre Massimo Nevola e don Bartolomeo Puca) insieme alle guide Daniele e Cristiano: è con loro che ogni giorno abbiamo fatto il punto della situazione, riprendendo e analizzando le esperienze vissute.
Nel nostro gruppo c’erano anche alcuni volontari “veterani”, alcuni al loro quarto o anche quinto campo missionario: sono stati preziosi per la loro disponibilità nel dare consigli o anche semplicemente nel frenare le ansie rispetto alle tante novità che stavamo affrontando.
In un gruppo di circa trenta persone che deve convivere e svolgere un determinato servizio per tre settimane è fisiologico che nascano malumori o dissapori e credo che, se anche c’è stata qualche forma di insofferenza, tutto si è risolto nel profondo rispetto dell’altro, anche di fronte ad alcune lievi intemperanze.
Ho avvertito che le parole di Gesù: “Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra” erano il sottofondo su cui si sono rette tutte le nostre relazioni.
Non sono mancati i momenti ludici e di spensieratezza, che hanno contribuito a rendere il nostro servizio di volontariato un po’ più leggero, meno faticoso e a cementare le nostre relazioni.
Sono stati proprio questi momenti di evasione che mi hanno fatto capire le grandi potenzialità dei giovani: la loro grande capacità di adattarsi alle situazioni più diverse, passando da situazioni di grande impatto emotivo (come l’asilo dei disabili) alla gita con i cavalli nella Valle del Silenzio, presso Vignales.
La spensieratezza e la leggerezza con cui i giovani vivono le situazioni, anche faticose, è in realtà la loro forza
Li ho visti in azione. Con nonchalance passavano da un momento all’altro. Potrebbe anche essere considerata superficialità, ma è proprio qui che l’intervento di adulti autorevoli può fare la differenza, aiutandoli nella riflessione e presa di consapevolezza di quello che stanno facendo.
Un’ultima riflessione riguarda il senso del fare volontariato: si utilizzano il proprio tempo, le proprie competenze e anche le proprie energie per svolgere un servizio gratuito. A prima vista sembrerebbe quasi un controsenso, in realtà abbiamo ricevuto molto più di quanto abbiamo donato!
Abbiamo ricevuto affetto sincero dai bambini con i quali abbiamo giocato, abbiamo ricevuto grandi gratificazioni dagli anziani ai quali abbiamo insegnato la lingua italiana, abbiamo ricevuto tantissimi sorrisi dai disabili dell’asilo “Edad de Oro” e così via in tutte le situazioni nelle quali abbiamo svolto il nostro servizio.
Tutte le persone con le quali siamo riusciti a instaurare una relazione vera hanno risposto, dandoci tantissimo in attenzione e sensibilità nei nostri confronti.
Voglio concludere dicendo che da questa esperienza sono ritornata carica di entusiasmo, con tanta voglia di affrontare la vita in modo positivo e piena di gratitudine nei confronti del Signore che mi ha dato questa grande opportunità.