24 Novembre 2024
EditorialeFocusScenari

CVX: la libertà di culto è un diritto da preservare per tutti

La posizione dell’associazione dopo le pronunce di TAR e Consiglio di Stato sull’ordinanza del Comune di Monfalcone

Insussistenti i presupposti per inibire l’utilizzo dell’immobile nella sua interezza, anche alla luce della sua destinazione – nota al Comune – all’esercizio di diritti di rango primario quale la libertà di riunione, di associazione e di culto. Tali diritti, pur non godendo di incondizionata prevalenza sui contrapposti interessi pubblici, avrebbero giustificato un più attento bilanciamento delle rispettive posizioni […] È necessario, nelle more della definizione del giudizio nel merito, adottare misure interinali alternative che consentano ai credenti di potere comunque osservare le prescrizioni religiose (anche legate al periodo di Ramadan) […] L’Amministrazione è tenuta ad individuare, in contraddittorio con gli interessati e con spirito di reciproca e leale collaborazione (valori che ispirano la disciplina primaria dell’azione dei pubblici poteri: art. 1, comma 2-bis, della legge n. 241 del 1990), siti alternativi accessibili e dignitosi per consentire ai credenti l’esercizio della preghiera.

Sono parole delle decisioni del TAR Friuli Venezia Giulia e poi del Consiglio di Stato sull’ordinanza del Comune di Monfalcone che aveva inibito l’uso di un’area di una associazione islamica per la preghiera.

Nell’esprimere soddisfazione per le pronunce dei giudici amministrativi, la CVX – Comunità di Vita Cristiana, associazione cattolica di spiritualità ignaziana, ricorda come la libertà di professare la propria fede sia un bene costituzionalmente rilevante, che si applica a tutte le religioni.

Nella nostra società tante persone di fedi e culture diverse hanno trovato da tempo stabile dimora, contribuendo alla crescita civile ed economica del Paese. Va quindi, anche praticamente, riconosciuto il diritto – che è anche il dovere di ogni credente – di pregare, anche in forma comunitaria. La tradizione e la cultura italiana, la nostra fede cattolica, non hanno bisogno di “difese” amministrative o politiche, ma di una maggiore e autentica pratica di tutti i fedeli, secondo le parole di accoglienza e di amore del Vangelo, che oggi trovano in papa Francesco continua nuova testimonianza.

Accogliere nelle nostre città la fede islamica, dialogare con le diverse associazioni dei Musulmani in Italia sono un mezzo per favorire l’integrazione e promuovere la coesione sociale. Sono anche il miglior modo sia per contrastare alle radici il terrorismo internazionale, sia per ottenere una maggiore libertà dei culti cristiani nei Paesi islamici.

Roma, 25 marzo 2024

il Comitato Esecutivo Nazionale


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