Anno ignaziano: a piedi per Venezia sui passi del Pellegrino
DI MASSIMO GNEZDA
L’anno ignaziano, che si concluderà il prossimo 31 luglio, è stato contrassegnato anche da un rinnovato interesse per i luoghi – le città e le strade – visitati e percorsi dal santo dopo quella iniziale ferita subita durante la battaglia di Pamplona 500 anni fa (20 maggio 1521).
Dopo il periodo della convalescenza, inizio di una nuova comprensione della realtà e della fede, Iñigo Lopez de Loyola dà seguito a quel percorso di conversione che lo porterà a percorrere l’Europa del suo tempo, dalla Spagna alla Francia e all’Italia.
Una tappa importante di questa ricerca della volontà divina sulla propria vita sarà per Ignazio Venezia, raggiunta per la prima volta nel 1523 perché unico luogo d’imbarco per la Terra Santa
Come sappiamo dall’Autobiografia, quella prima permanenza a Gerusalemme si rivelerà una tappa non definitiva per Ignazio che farà ritorno in Europa per studiare e, a Parigi nel 1534, porre le basi, insieme a sei compagni, della futura Compagnia di Gesù.
Permane in Ignazio la meta della Terra Santa e Venezia è raggiunta ancora una volta nel 1536. Qui Ignazio vive un tempo di discernimento, legge negli eventi la volontà divina nei suoi confronti e dei suoi compagni, coniuga contemplazione e azione verso gli ultimi, i moribondi e verso chi, come lui, cerca il Signore.
Nell’aprile del 1537 Paolo III concede al gruppo di Ignazio di andare in Terra Santa e di costituire un corpo sacerdotale
Nella città lagunare Ignazio e i sei “amici nel Signore” sono ordinati dal vescovo Negusanti.
Ma la partenza per la Terra Santa non ci sarà, perché nel frattempo – è riferito nell’Autobiografia – “i Veneziani avevano rotto le relazioni con i Turchi”.
Venezia non è, dunque, una città “secondaria” per la storia del pellegrino Ignazio, anche se della sua permanenza non c’è oggi un’evidenza particolare.
A proporre una riscoperta dei luoghi veneziani del pellegrino è stato lo scorso 9 luglio il Centro culturale Veritas di Trieste
Guida del percorso, tutto rigorosamente a piedi, è stato p. Matteo Daniele S.I., parroco della Chiesa del S. Cuore di Trieste e assistente della locale Cvx.
Le tappe – dal palazzo del già citato vescovo Negusanti (probabile luogo dell’ordinazione di Ignazio, Francesco Saverio e altri cinque compagni) all’Ospedale degli incurabili (oggi sede dell’Accademia delle Belle Arti) dove Ignazio e suoi compagni alloggiarono e prestarono servizio, alla Cappella del Priorato della Trinità, al Molo San Marco e ai Portici delle Procuratie Vecchie, dove Ignazio mendicava e teneva colloqui spirituali – hanno consentito ai numerosi partecipanti provenienti da tutto il Nord-Est e dalla Lombardia di percorre un itinerario insolito di Venezia, per molti aspetti meno turistico, e in grado di rendere “visibili” i passi veneziani del pellegrino.
La parte conclusiva dell’itinerario, impegnativo e molto arricchente, si è svolta presso la chiesa di Santa Maria Assunta (detta dei Gesuiti) con l’annesso Collegio di cui p. Daniele è stato l’ultimo rettore e direttore
Anche la chiesa, realizzata agli inizi del Settecento, racconta la storia della presenza della Compagnia di Gesù, dopo il passaggio del suo fondatore, in cui gli eventi religiosi e politici si fondono con il linguaggio dell’architettura e dell’arte.
Questo percorso, particolarmente apprezzato dai partecipanti (fra questi anche membri della Cvx di Trieste e Udine), ci conferma che anche per noi è importante, anche solo per un giorno, farsi pellegrini, con semplicità e un pranzo al sacco da condividere nel cortile del Collegio universitario, ripercorrere per rivivere, per rendere visibile una presenza che ci appartiene e a cui ci sentiamo indissolubilmente legati.
Venezia ci dimostra, inoltre, che anche i luoghi meno notoriamente collegati a Ignazio meritano una riscoperta
E chissà che da questa originale e semplice proposta non possa delinearsi l’inizio di un possibile progetto di valorizzazione dei luoghi veneziani del Pellegrino…