Verso il Sinodo: la profezia delle donne
DI MASSIMO GNEZDA
Fra le ragioni portate da alcuni alti prelati per opporsi a far partecipare come uditrici delle donne, religiose e laiche, al Concilio Vaticano II c’era l’applicazione del divieto paolino:
“Le donne tacciano in assemblea” (1Cor 14,34)
Oggi noi sappiamo, in base al proseguimento degli studi biblici, che è molto probabile che il versetto in questione non sia da attribuire a San Paolo, ma sia piuttosto un’aggiunta postuma.
Le donne in San Paolo
Senza entrare nel dettaglio di questa interpretazione, per prima cosa va osservato che l’invito a tacere risulta in contraddizione con quanto, nella stessa Lettera ai Corinti, Paolo scrive al capitolo undicesimo, in cui risulta che nelle assemblee le donne pregano ad alta voce e “profetizzano” (5), ovvero parlano con l’ispirazione dello Spirito Santo.
Anche in questo caso emerge molto chiaramente come sia molto pericoloso non contestualizzare o estrapolare un versetto da un testo biblico per trasformarlo in una norma prescrittiva.
Nel caso di Paolo, poi, senza un’attenta contestualizzazione dei suoi scritti, in riferimento al rapporto uomo-donna, molti sono stati portati a credere in una potenziale misoginia dell’Apostolo, dimenticando che fra gli oltre cinquanta suoi collaboratori in maggior parte erano donne, fra queste Febe, la diaconessa responsabile della Chiesa di Cencre (porto orientale di Corinto), molto probabilmente latrice della Lettera per la comunità di Roma (16, 1-2).
L’importanza delle donne nel Sinodo
Il Sinodo potrà essere un passaggio importante per la Chiesa del secondo millennio se, dando voce anche alle donne, si potranno affrontare temi e questioni che ne riconoscano “ruolo e peso”, discutere su ciò che è solo un retaggio del passato e ciò che è autenticamente cristiano e biblicamente fondato.
La profezia è anche coraggio, coraggio di cambiare nella ricerca della verità. Le donne presenti al Sinodo dunque profetizzino… Parola di Paolo di Tarso.