Cercare la pace (Gentes 03/2006)
Scontri di (in)civiltà, incontri di pace
Ancora una volta un bambino può metterci nell’atteggiamento migliore per vedere-giudicare-agire. Si. Un bambino. Perché è in grado di sconvolgere gli schemi culturali che imprigionano il ragionamento, il lessico, le relazioni. Nell’approccio esistenziale del bambino c’è il desiderio della felicità possibile, c’è lo stupore della relazione e della scoperta della Vita al centro dell’esperienza, con se stesso, con gli altri, col creato, con Dio. Il bambino è – anche nella logica dell’Incarnazione di Dio nella Storia – al tempo stesso, icona della fragilità, del limite, della dipendenza totale, e frutto dello sbilanciamento d’amore” di Dio per ri-donare armonia all’Umanità e al Creato. Lo sguardo della fragilità s’incontra con lo sguardo dell’Infinito, in un movimento che abbraccia la finitezza, il dolore e la morte, e apre ad orizzonti di senso nuovi e rinnovanti, a traguardi di pace, di giustizia, di gioia eterna, nel Risorto, la cui radice è già nel qui ed ora della nostra storia.
Etica della pace
Tutte le religioni hanno dato vita a movimenti pacifisti, persino di stampo radicale. Questa prospettiva è quella che io chiamo “etica della pace”, o “etica che dà priorità alla pace sulla guerra”. Un punto di riferimento potrebbe essere il Buddismo: in esso c’è un comandamento che prescrive di proteggere la vita, ogni vita, in qualsiasi situazione e condizione, e di non permettere agli altri di uccidere o di essere uccisi (Sutta-Nipala, 394). Si stabilisce così il divieto di sacrificare gli animali, di calpestare un prato per evitare di uccidere gli insetti, il divieto di pesca e di caccia, di pulire l’acqua per evitare di uccidere addirittura i microbi. Il principe Gautama era consapevole di co- me fosse difficile e poco realistico im- porre la legge della non-violenza sugli altri principi attorno a lui, tutti chiamati a difendere i confini dei loro regni. Nono- stante ciò, nei tre trattati che Budda indirizza ai soldati egli insiste nel dire che uccidere è sempre vietato, persino nel caso della difesa dei confini naturali: “L’eroismo in guerra porta ad un inferno speciale”. L’etica della pace può sempre essere vista, da una prospettiva negativa, come etica che neghi il lato aggressivo dell’umanità e perciò indifferente alle situazioni di ingiustizia e di miseria.
Sommario
EDITORIALE
Scontri di (in)civiltà… Incontri di pace, di Pasquale Salvio
STUDIO
Cercare la pace in un mondo violento
- Guerra e pace nel contesto del dialogo interreligioso: una visione di sintesi, di Peter-Hans Kolvenbach sj
- Documento finale del Workshop su Violenza e Guerra della Compagnia di Gesù (S. Severa, 4-17 settembre 2005)
VITA LEGA
Un capodanno (diverso) in Sri Lanka, di Luca Capurro
Risposta alla lettera inviata al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dall’Assemblea del Convegno Nazionale di Palermo 2005